Magari un giorno, da
qualche parte nel tempo
ci incontreremo. L'ingombro
della tua bellezza non sarà più un ostacolo e le mie parole
usciranno abbondanti a quel punto, anche quelle soffocate tanti anni
addietro sotto casa dei tuoi.
O resteremo zitti, chissà,
complici in quella manciata di minuti lasciati in sospeso allora,
quando eravamo convinti di avere tutto il tempo a disposizione e
invece il tempo ce lo sfilarono via da sotto, con un prestigio che
nessuno dei due capì.
Ma no, no. Tu mi parlerai
dei tuoi figli, di tuo marito, delle cose che andrai facendo in giro
per il mondo, preoccupandoti di non ricordare. E continuerai parlando
del mutuo, della casa dei sogni finalmente vostra, dei suoceri
claudicanti. E forse mi verrà voglia di unirmi al coro per non
essere da meno, di elencare tutte le cose magnifiche che sono
successe a me nel frattempo.
E passaremo qualche minuto
a cercare di eludere il freddo nelle budella, gonfiando l'aria di
parole vuote, raccontandoci di quelle che a tutti gli effetti
assomigliano a vite autentiche.